La rivalità fra questi due grandi campioni del ciclismo è sempre stata al centro degli argomenti legati al mondo delle due ruote. Una rivalità strettamente sportiva contraddistinta da reciproco rispetto , unione e solidarietà.
Ad evidenziarlo è stata l’ennesima opera del nostro cittadino onorario Claudio Gregori < Coppi contro Bartali> eroi di un ciclismo d’altri tempi,
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presentato in villa Farsetti, la nostra cittadina si conferma tra le più ciclistiche della nostra penisola. Una serata voluta dal nostro primo cittadino Nicola Fragomeni e dal cav.Bruno Carraro, alla presentazione del libro hanno partecipato esponenti del mondo ciclistico e “politico” per le due ruote spiccava la figura dell’Olimpionico Silvio Martinello con il figlio del campione Faustino Coppi, Franco Testa, Aurelio Cestari con Italo Bevilacqua, i congiunti delle famiglie Sabbadin e Benfatto che hanno assieme a Bevilacqua, Vallotto, Pierobon, hanno contribuito a scrivere le pagine più belle del “nostro” ciclismo, anche la nipote di Gino Bartali, Gioia, impossibilitata si è collegata telefonicamente, ricordando la frase tipica del nonno: “I miei figli li ho visti poco. Mi consolo pensando di aver sostituito la presenza con l’esempio.
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L’opera passa in rassegna le loro storie che per certi versi sono state parallele ma il destino ha messo difronte consentendo all’Italia di guardare con speranza e fiducia dopo i disastri del secondo conflitto mondiale. Travagliato il loro periodo bellico: Coppi trascorse 20 mesi di prigionia in Africa dove si soppose avesse contratto la malaria che lo porto alla morte alcuni anni dopo; mentre il miliziano Bartali, promotore del cattolicesimo, salvò dalla deportazione oltre 800 Ebrei ma anche soldati Inglesi rimasti intrappolati tra le linee Tedesche.
Poi, alla mia specifica domanda a Faustino sulla classica immagine o meglio Quiz, del passaggio della borraccia (bottiglia) la risposta galante:< dipende da chi si tifa>per i tifosi di Bartali era stato Gino, per i tifosi di mio padre, era stato Fausto, cosa che non si è mai saputa.
Gregori conclude con una” semibattuta” Ho cercato di dare la mia versione altrimenti non l’avrei scritto visto che di libri e filmati ce ne sono a bizzeffe, da parte mia ho messo il cuore e la passione che mi lega a questi due grandi campioni, due vere icone del ciclismo di tutti i tempi, anche il sottoscritto, che in qualche modo a cercato di condurre la serata, “ i più grandi sicuramente Fausto e Gino, il cannibale il più forte, anche se il mio cuore è un po’ pirata.”
Luciano Martellozzo per Gente Salese.