Gente Salese

TONI BEVILACQUA (Labròn)

L’ultimo e il più grande campione Salese che andiamo a ricordare raccontando alcune gesta di questo nostro cittadino, Toni non era un campione inavvicinabile, era uno di noi, semplice, genuino, come il vino buono, generoso, ”Aveva il cuore grande come la sua valigia”  disse di Lui Gino Bartali.

La vita sportiva di Toni viene raccontata dal nostro cittadino onorario Claudio Gregori nel libro: LABRON, questa nomination è stata plasmata da Gianni Brera, che lo ha letteralmente amato, Labròn: “ GRANDE LABBRO, è un vezzeggiativo, non un spregiativo.

Toni Becilacqua

Origini contadine, figlio della grande guerra”, la sua umanità si distinse fino alla morte, la famiglia donò gli occhi a due ragazze che poterono tornare a vedere grazie a lui; fu il suo ultimo atto d’amore.

Il personaggio era talmente interessante che oltre a Gianni Brera, di lui scrissero alcune grandi firme quali Buzzati, Orio Vergani, Indro Montanelli e perfino Oriana Fallaci.

La storia di Bevilacqua è in realtà la scusa per raccontare i suoi incontri con i potenti della terra come ad esempio Péron, Presidente dell’Argentina, del suo amore per le donne, della guerra, dei suoi grandi avversari: Coppi, Bartali, Magni, Koblet, Bobet e Van Steenbergen.

La vita, la storia di Toni è un po’ la storia del nostro paese. Una storia resa viva, palpabile, grazie al talento e la poesia del nostro “onorario” poeta: Claudio Gregori. La sua carriera è una grande tela, con una cornice panoramica, che illustra i suoi successi, l’opera o meglio il quadro è proprio il libro a Lui dedicato.

È deceduto nel 1972 all’età di 53 anni a causa di un banale incidente: durante un allenamento su strada con due giovani ciclisti, di passaggio a Martellago, urtò accidentalmente una ragazza che stava a bordo strada, scivolò e batté violentemente la testa sull’asfalto. Sul luogo dell’incidente gli è stata dedicata una lapide commemorativa, inoltre a Toni è stato dedicato il museo della bicicletta a Cesiomaggiore, in provincia di Belluno. La comunità Salese gli haintitolato unaPiazza in quel di S.Angelo e una palestra a S.Maria di Sala. Il tutto con l’attenta regia del nostro cavaliere Carraro. Ora riposa a fianco di Mario Vallotto  nel cimitero di S.Angelo, dove “Labròn” fa rivivere il suo  ricordo di  grande uomo e  grande atleta, il più grande per la città del ciclismo Lagunare.

Luciano Martellozzo

Professionista dal 1940 al 1955, fu campione del mondo su pista nell’inseguimento individuale nel 1950 e 1951, vinse undici tappe al Giro d’Italia e la Parigi-Roubaix del 1951. Passista ed anche velocista su strada, fu anche un inseguitore per quanto riguarda l’attività su pista. Bevilacqua raccolse nel corso della sua carriera su strada una trentina di vittorie, su tutte la Parigi-Roubaix del 1951 oltre a undici tappe del Giro d’Italia, ininterrottamente dal 1946 al 1952, ed un Campionato italiano su strada nel 1950, giungendo terzo l’anno successivo, quando ottenne anche un bronzo mondiale dietro Kubler e Magni, anche diverse classiche italiane, tra cui la Tre Valli Varesine nell’anno che era valida come Campionato Italiano, il Giro del Veneto e la Milano-Vignola. Fece sua anche la cronocoppie del Trofeo Baracchi nel 1950 assieme a Fiorenzo Magni, mentre fu secondo l’anno precedente. Per quello che concerne l’attività su pista ottenne circa quaranta successi nell’inseguimento, tra i quali spiccano quattro titoli italiani e due maglie iridate oltre ad altri quattro piazzamenti sul podio mondiale (due volte secondo, 1947 e 1952, e due terzo, 1948 e 1953).